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Venezia, 25 gennaio 2021
prot. n. 5/2021

 

La notizia che in altre città italiane Musei statali e civici si apprestano alla riapertura,
progettando modalità alternative di fruizione del loro patrimonio, ci fa tristemente riflettere sul

futuro di Venezia, sempre più condannata, anche in epoca pandemica, alla sua schiavitù di non-
città e mera meta turistica.

La decisione della Fondazione dei Musei civici di Venezia di tenere completamente chiuse
fino ad aprile le sue undici sedi museali, comprese, e sottolineiamo, le ben cinque Biblioteche in
esse contenute, fondamentali al quotidiano lavoro di ricercatori veneziani (non tutti vivono di
solo turismo), a prescindere dall’andamento della situazione pandemica, deve essere ripensata.
Come ben noto, fra gli scopi statutari della Fondazione dei Musei civici ci sono (articoli 2
e 3 dello statuto): “la promozione, formazione e diffusione di espressioni della cultura e dell’arte
intese come bene comune”, “la finalità di educazione e studio dell’esposizione dei beni culturali,
con garanzia di pubblica fruizione e apertura al pubblico” e “in particolare, la promozione e la
fruizione gratuita del patrimonio culturale da parte dei cittadini veneziani.”
Riteniamo che, conseguentemente, debba essere ripensato il sistema di gestione museale
civico, basato, come ora appare evidente a tutti, sull’abnorme sfruttamento turistico, in
particolare di Palazzo Ducale che, ricordiamo, è bene demaniale, gestito dal Comune in base a
una concessione vincolata e revocabile.
Riteniamo inoltre che il ruolo specifico dell’assessore alla Cultura, delega trattenuta dal
Sindaco di Venezia, sia quello di vigliare e garantire la piena fruibilità del patrimonio artistico
prima di tutto da parte dei propri cittadini.

Il Consiglio direttivo della Sezione di Venezia di Italia Nostra

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