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Venezia, 22/03/2021
Prot.n. 9/2021

 

In questi giorni si è molto discusso dell’Isola della Certosa, di quanto realizzato e dei progetti futuri,
grazie anche ad un’interrogazione comunale di consiglieri dell’opposizione e all’iniziativa del Gruppo 25 Aprile di un “incontro” aperto, molto seguito. Per dare un contributo a tale dibattito, la nostra Sezione sottolinea alcune questioni, preoccupata per la grave perdita di biodiversità degli ecosistemi insulari e per la salvaguardia dell’intero sistema Certosa-Vignole-Sant’Andrea, dal grande valore paesaggistico, naturale e storico-identitario.
In seguito al ricorso presentato da Italia Nostra, il TAR Veneto con sentenza n. 550 del 26 maggio
2016 ha annullato la delibera del Consiglio Comunale n. 9 del 1° febbraio 2016, che approvava i due
programmi di valorizzazione (sostanzialmente basati su una futura gestione privata e con progetti a nostro avviso impattanti) dell’isola della Certosa e del Forte di Sant’Andrea al fine di trasferirne la proprietà dallo Stato al Comune con le procedure del federalismo demaniale (attualmente il comune è “solo” concessionario della Certosa in base alla Legge Speciale del 1984). Il trasferimento quindi non è avvenuto e l’isola della Certosa e il Forte di Sant’Andrea sono ancora di proprietà dello Stato italiano.
Il programma definito di valorizzazione del Forte di Sant’Andrea presentato nel 2016 non è più
attuale. Aveva come presupposto l’assenza di fondi pubblici per terminare gli interventi di restauro del bene (iniziati negli anni Ottanta) e la necessità che i lavori venissero terminati da soggetti privati (che in cambio avrebbero avuto la concessione del forte per decenni). Ora sono stati stanziati 5MLN di euro dal MIT nell’ambito delle misure di salvaguardia complementari del Sistema MOSE, e si attende solo che il Provveditorato alle OOPP per il Triveneto avvii i cantieri quanto prima.
Una nuova delibera di Giunta Comunale n. 358 del 22 novembre 2018 approva nuovamente il
programma di valorizzazione dell’isola della Certosa: ma per avere efficacia patrimoniale (il trasferimento dell’isola al Comune) deve essere approvata dal Consiglio Comunale.
Tuttavia ha “in nuce” elementi di forte preoccupazione:
1) utilizzando un cavillo, il comma 349 della legge n. 205/2017 (legge finanziaria 2018), pone le
condizioni per la futura “privatizzazione” degli spazi acquei circostanti l’isola (“Allegato C”), in contrasto con il principio sancito dalla legge del mare per cui “la Laguna di Venezia appartiene allo Stato”;
2) assegna ad un privato l’isola fino al 2106 (integrando una vera e propria “concessione di lungo
periodo”), in contrasto con il DPR n. 296/2005 “Regolamento per la gestione degli immobili dello Stato” che NON consente ai concessionari, in questo caso il Comune di Venezia, di sub-concedere i beni che vengono loro affidati;
3) infine attribuisce la proprietà degli edifici che saranno costruiti sul sedime demaniale al gestore
dell’isola, in contrasto con quanto disposto dall’art. 952 del codice civile che concede tale facoltà al solo proprietario (che, lo ricordiamo, non è il comune ma il Demanio!).
Per questi motivi presenteremo quanto prima un dettagliato rapporto di quanto accaduto
all’Agenzia del Demanio e alla Corte dei Conti affinché possano essere accertate eventuali responsabilità attive od omissive degli enti coinvolti nella vicenda.

Il consiglio direttivo di Italia Nostra Venezia

 

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