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Di seguito riportiamo l’articolo della Nuova Venezia del 21 febbraio, a firma di Enrico Tantucci, sulla lettera sottoscritta da 14 associazioni ambintaliste  inviata al ministro Franceschini.

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Lettera al ministro dei Beni Culturali inviata da 14 associazioni ambientaliste
Si chiede lo stop alla valorizzazione per evitare speculazioni sul Forte del ’500
«Franceschini ora blocchi l’accordo per Sant’Andrea»

VENEZIA Il Ministero dei Beni e Culturali sospenda la sottoscrizione con il Comune di Venezia dell’accordo di valorizzazione del compendio del Forte di Sant’Andrea e «promuova un sostanziale miglioramento del programma di valorizzazione ad esso collegato in modo che sia realmente garantita la tutela, la conservazione e la fruizione pubblica del bene». È la richiesta che hanno avanzato con una lettera al ministro Dario Franceschini i presidenti e i portavoce di 14 associazione ambientaliste veneziane, tra le quali Italia Nostra, il Fai, Ambiente Venezia, Estuario Nostro, l’Ecoistituto Veneto, il Comitato Certosa e Sant’Andrea. È il tentativo di fermare – dopo il via libera del Consiglio comunale alla cessione dal Demanio al Comune del compendio della fortificazione cinquecentesca – l’accordo di valorizzazione ad esso annesso, che la Soprintendenza veneziana sta per sottoscrivere con Ca’ Farsetti, perché a giudizio delle associazioni, metterebbe in pericolo la tutela di Sant’Andrea, innescando su di esso una speculazione. «Esso prevede – si legge nella lettera – che la sua realizzazione sia completamente affidata ad un soggetto privato (impresa ) mediante modalità non ancora definite. Gli obblighi finanziari posti a carico del partner privato si limitano ad un milione di euro per mere operazioni iniziali di pulizia e messa in sicurezza non costituendo gli ulteriori investimenti previsti (per 24 milioni di euro) obbligo indefettibile per l’operatore e, per esso, del Comune. La programmazione degli interventi di ripristino in uso dei luoghi e della loro valorizzazione culturale appare assai generica ed approssimativa mancando in particolare di appropriate analisi dello stato dei luoghi: degli edifici (ai fini della sicurezza statica) e dei suoli (al fine di verificare l’eventuale necessità di messa in sicurezza e bonifica ambientale). Tra gli investimenti così sommariamente previsti, figurano la realizzazione di un “Museo della Laguna”, per 2 milioni e 150 mila euro e la realizzazione di interventi volti alla fruizione del compendio, nonché a scopo lucrativo, quali centri benessere e strutture turistico ricettive per 14 milioni. Iltre alla sproporzione effettiva dal punto di vista finanziario non appare che sia in alcun modo garantita l’effettiva realizzazione di quanto afferisce alla valorizzazione culturale dei beni, atteso che comunque la adeguata conservazione e tutela dei beni vincolati non può che essere obbligo del soggetto proprietario (e quindi, prossimamente, del Comune di Venezia». Le associazioni chiedono anche che sia il Comune attraverso la Fondazione Musei Civici a gestire il Forte e lamentano il mancato coinvolgimento della cittadinanza nel progetto.

Enrico Tantucci ©RIPRODUZIONE RISERVATA

 

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