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Come riportato da La Nuova Venezia di ieri 14 novembre, il Comune vuole alienare Palazzo Poerio Papadopoli, attuale sede del Comando di Polizia Municipale e dichiarato di interesse culturale ai sensi dell’art. 12 D. Lgs. 42/2004.
Una superficie commerciale di 1855 mq con uno scoperto di 378 mq circa, a due passi da Piazzale Roma.
Quante camere d’albergo si riusciranno a ricavare, nell’ennesimo bene pubblico svenduto (dai 14 milioni prezzo a base d’asta ai 10 milioni già previsti nel piano delle alienazioni 2017)? 
Se ne stanno occupando Insula e il Consiglio comunale, che oggi 15 novembre si esprimerà sulla delibera per il cambio di destinazione d’uso (non previsto, ma prevedibile oggi a Venezia-land).
Questo modus operandi è stato comprensibilmente condannato dalla nostra presidente Lidia Fersuoch, in un’intervista a La Nuova dell’8 novembre scorso. Come può un ente pubblico favorire la s-valorizzazione di un bene culturale pubblico, avallandone la trasformazione in albergo chiavi in mano per il futuro acquirente? Mentre Venezia muore di troppo turismo e pura ingordigia.

 

«È un fatto scandaloso scriveremo all’Unesco»
Durissimo il giudizio del presidente di Italia Nostra veneziana Lidia Fersuoch
«Così il Comune fa l’imprenditore alberghiero e Insula l’agenzia immobiliare»

«È un fatto scandaloso, un ulteriore passo verso la mercificazione di questa povera Vene­zia. Il Comune che diventa anche imprenditore alberghiero per vendere meglio i suoi palazzi ai privati. Non c’è limite al peggio».
E’ durissimo il giudizio della presidente della sezione veneziana di Italia Nostra sull’operazione annunciata dal Comune di «conteggio» delle possibili stanze alberghiere ricavabili dalla vendila di Palazzo Poerio Papadopoli e da quella possibile di Ca’ Vendramin Calergi.
Perché è così grave?
«Perché è un ulteriore passo verso il degrado mosso proprio da chi dovrebbe contrastarlo, cioè il Comune. Che fa delibere “fasulle” come appunto quella sul blocco delle nuove aperture di alberghi e poi è il primo a darsi le deroghe per aggirarle, per vendere meglio i suoi palazzi e svuotarli delle funzioni che ancora svolgono, come nel caso della sede del comando dei vigili urbani».
La trasformazione alber­ghiera della città però va avanti da anni.
«Certo, il via libera ai frazionamenti interni dei palazzi a fini alberghieri arriva ancora con le Giunte Cacciari e anche loro hanno venduto palazzi per fame allarghi, come quello dell’Actv a fianco della Ca’ d’Oro. Ma qui andiamo molto oltre. Abbiamo una società partecipata come Insula che dovrebbe occuparsi della manutenzione urbana e invece è incaricata di contare il numero delle stanze di albergo ricavabili dai palazzi comunali, come fosse una qualsiasi agenzia immobiliare. E un Comune che presenta la ristrutturazione alberghiera già bell’e pron­ta ai privati per incassare di più. F. questo sarebbe il contributo del Comune alla vivibilità della città e alla difesa della residenza dal turismo? Cosi non si può andare avanti».
Cosa pensate di fare, come Italia Nostra?
«Abbiamo già deliberato di scrivere al nuovo direttore ge­nerale dell’Unesco Audrey Azoulay per fare presente come il suo organismo stia venendo preso in giro dal Comune di Venezia a cui ha concesso una proroga rispetto al possibile inserimento della città tra i siti a rischio, sulla base del documento presentato e degli impegni presi. Ma sul controllo dei flussi turistici, come sull’ambiente il Comune non sta facendo niente. Il suo voluminoso piano di interventi è fino ad oggi rimasto sulla carta. E decisioni incredibili come questa sugli «studi» delle stanze a fini alberghieri di Palazzo Poerio Papadopoli e Ca’ Vendramin Calergi dimostrano che si sta andando esattamente nella direzione opposta. Quella di favorire ogni giorno di più la trasformazione turistica della città. Se il Comune per primo dà questo tipo di esempio nella corsa alla ristrutturazione a fini alberghieri dei suoi palazzi, come ci si può aspettare qualcosa di diverso dai privati cittadini? E con quale credibilità poi si può andare in giro, come fa anche il nostro sindaco, a parlare di difesa della residenza e dei veneziani? Sembra una colossale presa in giro, in cui l’unica cosa che conta è incamerare tutte le risorse private possibili, a qualunque costo e a qualsiasi prezzo».

 

(foto di Didier Descouens)

Questo articolo ha un commento

  1. Ricordo con nostalgia quando il palazzo era La Scuola Elementare ” Alessandro Poerio” dove ho frequentato la 1^, 2^ e 3^. Anni 1955 /58

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