Martedì 11 giugno alle ore 17:00 presso la sede di Ca' Bollani si è tenuto …
Come da programma, sono state presentate ieri al pubblico (in sintesi) le Osservazioni all’Aggiornamento del primo Piano Morfologico e ambientale della Laguna di Venezia (P.M.L.) redatto nel 1992 per avviare il riequilibrio idrogeologico, l’arresto e inversione del processo di degrado e l’eliminazione delle cause che lo hanno provocato secondo le prescrizioni delle leggi speciali.
Nove anni dopo, in assenza di risultati significativi, l’Aggiornamento era stato deciso dal Consiglio dei Ministri nel 2001 per la definizione di interventi tendenti al ripristino delle condizioni esistenti prima dei grandi canali di navigazione, di ottimizzazione del ricambio mare-laguna, riattivazione dei dinamismi naturali, contrasto delle azioni distruttive dell’ambiente lagunare, riequilibrio idrogeologico e morfologico della laguna.
Ma la proposta elaborata dal Co.Ri.La. (secondo le indicazioni del Consorzio Venezia Nuova) elude tutte le indicazioni delle legge speciali, dello stesso P.M.L. del 1992, del Piano Ambientale della Laguna (P.A.L.A.V.) del 1995 e del Consiglio dei Ministri puntando ad un “disequilibrio negoziato” per non mettere in discussione gli interessi che devastano la Laguna.
Le molte Osservazioni presentate al Ministero dell’Ambiente criticano in modo preciso, documentato e scientifico gli elaborati e ribadiscono la necessità di attuare le norme vigenti per riequilibrare e riqualificare la Laguna.
Si ripropongono così la riduzione della portata dei principali canali portuali e delle bocche di porto con l’innalzamento dei fondali (con l’uscita dalla Laguna delle navi non compatibili), la regolamentazione della pesca in particolare dei vongolari che “frullano” i fondali e accentuano l’erosione, la riduzione delle velocità nei natanti e il controllo del modo ondoso (con l’installazione del GPS su tutte le imbarcazioni), la manutenzione e lo scavo dei canali minori nelle aree lagunari periferiche di gronda per la circolazione e l’ossigenazione delle acque, il maggior apporto di acqua dolce fito-depurata per la riqualificazione della fascia di transizione a canneti, l’apertura delle valli da pesca ai flussi di marea; queste e altre sono prescrizioni vigenti da molti decenni ma ancor oggi non attuate.
Si resta ora in attesa delle Valutazioni Ambientali della Commissione nazionale del Ministero dell’Ambiente.
testo di Stefano Boato
foto di Cristina Romieri
Per illustrare la proposta congiunta Italia Nostra – Società Veneziana di Scienze Naturali, è intervenuto ieri il dott. Lorenzo Bonometto.