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(Immagine dalla Nuova Venezia: lavori per il Mose a Malamocco). Vediamo: 12,7 milioni di euro sono stati recuperati dallo Stato come sanzioni ai 31 corrotti che hanno patteggiato con la Procura (tra i quali l’ex presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan e l’ex presidente del Magistrato alle Acque Patrizio Cuccioletta). Altro 8 milioni restano ancora da recuperare se così deciderà il tribunale nei confronti delle imprese coinvolte nel Mose (tra le quali la Mantovani di Piergiorgio Baita e lo stesso Consorzio Venezia Nuova). Totale: 20,7 milioni di euro. Ma il costo totale del Mose si aggira ad oggi sui 5,5 miliardi di euro. Si recupera dunque una goccia in un immenso oceano (e per chi non ha patteggiato si profila la prescrizione). Per guadagnare quei relativamente pochissimi euro illegali, dei dirigenti statali e aziendali hanno sottoposto l’intera nazione a una spesa pazzesca. Meglio sarebbe stato distribuire qualche milione a ciascuno e procedere alle opere veramente serie, diffuse e poco impattanti che avrebbero salvato Venezia e la sua Laguna. Il vero costo delle tangenti, si  può concludere, non è nelle somme dentro le bustarelle, ma nel costo delle opere inutili o dannose che quelle tangenti autorizzano. Ecco un articolo della Nuva Venezia che sintetizza la situazione.

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