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(Immagine dal Gruppo 25 aprile Venezia: lo striscione mostrato all’Ateneo Veneto sabato 21 gennaio è già arrivato a Parigi davanti alla sede dell’Unesco). Dopo la lettera di Italia Nostra Venezia (inviata giorni fa alla direttrice dell’Unesco Irina Bokova e ai direttori delle commissioni incaricate di studiare la questione Venezia), ora anche la Municipalità di Venezia Murano Burano si rivolge ai vertici Unesco per annunciare i provvedimenti invocati dai rappresentanti dei cittadini residenti nella Venezia insulare, in probabile contrasto con quanto sindaco e governo nazionale andranno a presentare a Parig (l’incontro è previsto per domani 24 gennaio). Ricordiamo che la commissione Unesco per i siti Patrimonio dell’Umanità aveva riscontrato (su sollecitazione di Italia Nostra) gravi problemi nella gestione del sito “Venezia e la sua Laguna” e aveva concesso a Comune e Governo fino al 1 febbraio 2017 per presentare un piano per rimediare. La lettera della Municipalità ha un altissimo valore giuridico perché quell’istituzione rappresenta, come si dichiara nel testo, un corpo di cittadini regolarmente eletto (e non una semplice associazione come la nostra, per quanto prestigiosa). Implicito è il fatto che il volere dei cittadini veneziani è stato sopraffatto da quello dei residenti nella terraferma comunale, molto più numerosi. Molto istruttiva la lista di provvedimenti invocati dalla Municipalità e ben sintetizzati nell’articolo della Nuova Venezia che proponiamo qui sotto. Di nostro aggiungiamo che l’idea di scrivere all’Unesco si è formata probabilmente nel corso della riunione sul “Futuro di Venezia” organizzata pochi giorni or sono dal gruppo 25 Aprile, alla quale aveva partecipato il presidente della Municipalità Andrea Martini assieme a rappresentanti dei sestieri e di tante associazioni, inclusa naturalmente Italia Nostra che aveva molto insistito sull’importanza del procedimento in corso a Parigi. Aggiungiamo ancora che stiamo in queste ore traducendo per i nostri lettori la lista delle criticità riscontrate dalla Commissione Unesco e delle relative richieste contenute in quello che è ormai noto come “l’Ultimatum del 1 febbraio” e che inseriremo la lista in italiano su questo sito appena sarà pronta.

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