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Secondo quanto riportano i giornali di oggi 23 dicembre il Pd veneziano avrebbe messo a punto un documento sulla gestione dei flussi turistici. Il documento (di dieci pagine secondo la Nuova Venezia, di dodici secondo il Gazzettino) riprende gran parte delle critiche alla politica turistica mosse negli ultimi mesi da cittadini e associazioni, raccogliendo anche molte delle proposte presentate nelle audizioni consiliari ancora in corso. Forse l’attuale posizione politica del Pd veneziano, di opposizione nel consiglio comunale, gli permette di avere una visione più ampia e più critica del problema rispetto a quanto avesse quando, sotto la guida di Cacciari, Costa e Orsoni, praticava proprio quegli interventi che hanno condotto alla grave situazione di oggi. Fatto sta che ora nel Pd si parla apertamente, e anzi si propugna, d’imporre un termine ai cambi di destinazione d’uso, un limite alle licenze di bar e negozietti di paccottiglia e, dettaglio di grande importanza, si raccoglie anche la proposta finora avanzata forse solo da Italia Nostra di limitare la proliferazione di appartamenti in uso turistico e di incentivare un ritorno alla residenza ponendo un limite di 90 giorni l’anno alle affittanze turistiche. A tale proposito riportiamo testualmente le parole del documento:

1) Legge 431/1998 Riforma delle locazioni: deve essere integrata con una regolamentazione specifica per le località/Comuni ad alta densità turistica e/o riconosciuti quali siti Unesco volta a tutelare la residenzialità e il tessuto sociale. Il primo passo deve riguardare la regolamentazione della “locazione turistica temporanea” che deve essere limitata a massimo 90 giorni/anno, in modo da diminuire la competizione economica con l’affitto ai residenti.

Riportiamo qui sotto gli articoli della Nuova Venezia e del Gazzettino.

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