Riportiamo un'intervista a Lidia Fersuoch, presidente della sezione al tempo del restuaro del Fondaco…
Molto positivo il flash-mob Venezia è anche proposto sabato scorso dalla comunità dell’Antico Teatro di Anatomia di Venezia in Campo San Giacomo dall’Orio. Ci ha portati a fare il punto su quanti pezzi di città stiamo perdendo e soprattutto su come gli enti pubblici che dismettono-alienano-dimenticano stiano in realtà prestando il fianco alla turistificazione di Venezia, non certo in nome dell’interesse e del bene comune.
Qui il loro comunicato, qui il servizio del TgR Veneto (dal minuto 10:30 in poi), qui la rassegna stampa.
E la raccolta delle foto, postate sul diario della loro pagina Facebook
https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2335230236706241&id=1808190519410218
Ricapitolando:
dal Demanio dello Stato: isola di Poveglia, di San Secondo, Batteria Emo e Forte Casabianca, ex Ospedale Sant’Anna, Palazzo Grimani;
dalla Regione Veneto: Teatro di Anatomia, Palazzo e Palazzetto Balbi, Palazzo Gussoni Grimani;
dal Comune di Venezia: Palazzi Poerio Papadopoli, Corner Contarini dei Cavalli, Dona’, ex Caserma San Severo, complesso della Favorita;
da altri enti: ex Ospedale al Mare, ex Gasometri, Ca’ di Dio, ex Camera di Commercio, Palazzi Querini Dubois e Dona’ Balbi, isola del Tronchetto.
E non sono probabilmente tutti, i pezzi di patrimonio svenduti.
Se vi pare poco. I più erano sedi di uffici pubblici, saranno tutti alberghi? Possiamo allora concludere che è proprio il pubblico che – privatizzando – contribuisce a svilire Venezia come città?
Noi, come vi avevamo anticipato, con gli amici del C.A.A.L. siamo stati davanti all’ex Ospedale al Mare del Lido.