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(Immagine dalla Nuova Venezia: Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione). Di tutte le domande che Alberto Vitucci della Nuova Venezia pone al presidente dell’Autorità nazionale anti-corruzione (Anac) Raffaele Cantone nell’intervista pubblicata oggi 23 luglio, la più importante è certamente l’ultima, ed è quella che ha avuto una risposta evasiva. Sostanzialmente Vitucci chiede: “Ma la radice di tutti i mali è l’approvazione del governo al progetto Mose. Non sarà che anche quella è stata fornita in cambio di tangenti o favori?” La risposta è “Le verifiche si faranno. Per adesso dobbiamo andare avanti e consentire che l’opera sia finita”. Come dire: è troppo tardi. Chi ha tradito ormai se l’è cavata. Il Mose ce l’hanno imposto e adesso non possiamo che terminarlo.
Con tutto il rispetto, forse qualcosa si può ancora fare. Un’opera inutile può rivelarsi anche dannosa, non fosse che per i costi della manutenzione oltre ai danni che arrecherà all’idrodinamica lagunare. Ma dalla politica attuale, malgrado l’ottima reputazione del nuovo commissario, forse non si può aspettarsi una vera e totale conversione a chiarezza e trasparenza.

Mose parla Cantone

 

Mose parla Cantone 2

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