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(Immagine: uno dei cartelloni pubblicitari di Airbnb a San Francisco in occasione del referendum). Il Los Angeles Times annuncia tra i primi quotidiani online californiani che gli elettori di San Francisco hanno respinto la “Proposition F”, una proposta di legge locale che avrebbe imposto forti restrizioni al proliferare di appartamenti in affitto a uso turistico. Il voto era particolarmente interessante per noi veneziani, dato che la nostra città versa in condizioni anche molto più gravi di San Francisco a causa della trasformazione di appartamenti in strutture ricettive. (La Proposition F era il sesto fra una dozzina di provvedimenti proposti agli elettori come leggi locali di iniziativa popolare, e si è votato in coincidenza con l’elezione del nuovo sindaco).
Secondo il quotidiano, che riporta i risultati ufficiali , i voti contrari alle restrizioni sono stati il 55 per cento e i favorevoli il 45 per cento. Risulta però che solo 133 mila parsone hanno votato. Benché il referendum si tenesse in concomitanza con l’elezione del nuovo sindaco, i titoli dei giornali lo hanno messo in maggior evidenza, a testimoniare della sua grande importanza anche per altre città.
Riportiamo il link con il giornale, ma traduciamo qui sotto il breve articolo. Notiamo che alla fine di esso si apprende che in realtà a San Francisco vige già un limite di 90 giorni per i bed and breakfast e che il referendum chiedeva solo di rendere più stringenti le condizioni e di aumentare le sanzioni per i trasgressori.

 La proposizione F, controversa misura referendaria che imporrebbe restrizioni più severe agli affitti a breve termine come quelli offerti da Airb&b, è stata sconfitta con un margine sostanzioso  martedì sera.
Secondo il centro elettorale della città la proposta è stata sconfitta con il 55 per cento dei voti contro il 45 per cento, con circa 133.000 votanti dopo i rapporti di tutte le circoscrizioni.
Airb&b aveva raccolto più di 8 milioni per contrastare la Proposizione F e aveva affisso una serie di controversi cartelloni pubblicitari che rivendicavano i 12 milioni di dollari di tasse locali generati dalle strutture ricertive. I sostenitori della proposta avevano raccolto circa 880 mila dollari.
Gli elettori hanno largamente accordato al sindaco Ed Lee un secondo mandato dopo una campagna elettorale che ha visto scarsa opposizione e dopo che lui aveva scacciato lo sceriffo Ross Mirkarimi senza rinnovargli il mandato. L’elezione comprendeva anche parecchie altre proposte di legge riguardanti le abitazioni, in una città il cui l’affitto medio per un appartamento con una sola camera da letto è di 4 mila dollari al mese.
Ma sono stati il cosiddetto articolo Airb&b, e l’intenso dibattito generato tra i residenti, a sollevare grande interesse anche fuori della città. Il lunedì prima dell’elezione dei gruppi di protestatari avevano invaso gli uffici di Airbnb a Brannan Street.
La proposta era di limitare gli affitti a 75 giorni l’anno , con o senza la presenza in casa del proprietario. La legge attuale limita gli affitti a 90 giorni l’anno se il proprietario non è presente, mentre non vi sono limiti se abita nella casa.

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