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(Immagine da venicebackstage.org: tubature varie durante il rifacimento di un ponte). Potrebbe anche essere una buona idea. Tra un poco scade l’appalto per la fornitura del gas (oggi in carico all’Italgas). Il Comune deve lanciare un bando per i prossimi dodici anni. Ma intanto si è ricordato che la proprietà della rete dei tubi appartiene a lui: perché non metterla in vendita? L’assessore ai lavori pubblici Zaccariotto pubblica ora un bando di gara internazionale: con base d’asta di 280 milioni di euro si possono acquistare la proprietà della rete e la concessione per 12 anni del servizio di distribuzione. L’intera rete include un vasto gruppo di Comuni e la parte relativa a quello di Venezia vale circa 65 milioni.  Sarebbe un bel passo avanti rispetto ai maledetti 80 milioni circa di debito di bilancio. E da unpunto di vista elettorale permetterebbe di proclamare (come l’assessorte Boraso ha già fatto) che si sta cercando in tutti i modi di evitare la vendita di beni culturali o artistici, prospettiva che aveva sollevato molte obiezioni.
C’è una sola domanda a cui rispondere. Se un privato è disposto a spendere 280 milioni per entrare in possesso di molti chilometri di tubi, significa che pensa di poterne trarre profitto. I distributori dovranno pagargli un pedaggio, che oggi va al Comune. Il Comune dunque cede una fonte di reddito certa per una somma immediata con la quale ripianare parte del debito. Ma negli anni futuri quel reddito gli mancherà: è questa una buona forma di economia? Il Comune di Cavallino ritiene di no, e ha deciso di non vendere la sua parte di tubi.
Inoltre, può darsi che il nuovo proprietario sia in grado di ricavare da quella rete un utile proporzionale all’investimento. Forse riuscirà a gestirla in modo più efficiente. O forse, per avere una buona convenienza, giocherà sul costo del pedaggio. Le ditte distributrici si troveranno a dover pagare di più. Indoviniamo un po’ su chi si rifaranno: forse sulle bollette degli utenti? Eccoci di fronte a un paradosso dell’economia: sarebbe quasi meglio per tutti che il Comune imponesse una piccola tassa sul gas e con quella incidesse sul debito. Almeno gli resterebbe la proprietà della rete, a vantaggio dei nostri figli e nipoti. Forse allora non è un caso che il bando appena emanato dal Comune di Venezia sia, come riferisce il Gazzettino, “il primo bando del genere in Italia”.

Gas vendita rete

 

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