skip to Main Content

Era partito dalla nostra sezione, nel luglio del 2011, il grido d’allarme lanciato all’UNESCO su quanto stava accadendo nella nostra città. La crescente invasione turistica, la previsione di scavi in laguna per il passaggio delle grandi navi da crociera, l’esodo dei residenti, il proliferare di bancarelle e negozi di finto artigianato locale, i progetti sull’Arsenale, il numero di palazzi sottratti all’uso pubblico per divenire centri commerciali indirizzati al turismo, questi e molti altri indizi stavano a testimoniare che il “patrimonio dell’umanità” stava diventando il patrimonio di pochi e poco scrupolosi operatori commerciali. La nostra lettera di denuncia all’UNESCO (che potete leggere cliccando qui), alla quale ne seguirono altre due nel febbraio e nel dicembre 2012,  innescò un processo di riesame da parte dell’UNESCO stessa dei modi in cui l’amministrazione locale intendeva preservare le caratteristiche che avevano promosso l’inclusione di città e laguna tra i siti da proteggere (cliccare qui per vedere alcuni articoli di giornale sulla nostra denuncia). I dirigenti UNESCO si rivolsero agli amministratori del Comune per chiedere un piano di gestione (ogni sito UNESCO è tenuto a farlo, ma Venezia era in forte ritardo). Il piano fu redatto da uffici comunali, con la collaborazione dell’Autorità portuale, e presentava una versione del tutto edulcorata dello stato di fatto. Quando fu presentata ufficialmente nel dicembre 2012 suscitò un coro di proteste da parte delle associazioni presenti, inclusa la nostra sezione (cliccare qui per vedere il piano e un resoconto delle proteste).
Ora l’UNESCO, stimolata anche dalle associazioni veneziane, ha deciso di eseguire direttamente un esame della situazione e ha nominato una commissione che verrà a Venezia, da martedì 13 ottobre a sabato 17. Ancora una volta si è rivolta, come forse era politicamente corretto, all’amministrazione comunale, che a sua volta ha organizzato una serie di incontri con sindaco e autorità varie (proprio quelle che la nostra denuncia mostrava come responsabili del problema), con il Porto, la Diocesi, la Regione e la ex Provincia. L’amministrazione, come rilieva anche Enrico Tantucci nell’articolo che riportiamo qui sotto, cerca in tutti i modi di “blindare” i commissari tenendoli lontani dalle voci critiche. Ma vi saranno comunque delle audizioni anche per noi. La nostra sezione ha preparato un dossier per i commissari UNESCO ed è in contatto con altre associazioni che possono aiutare gli ignari commissari a formarsi un’idea imparziale del reale stato delle cose in un sito che sta gradualmente perdendo le caratteristiche di testimonianza storica e artistica di valore mondiale.

UNESCO Commissari

Back To Top