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(Immagine: l’ex presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan). La settima corte di Cassazione ha respinto il ricorso dellì’ex presidente della Regione Veneto Giancarlo Galan contro la sentenza che accettava il patteggiamento di due anni e dieci mesi di reclusione e la confisca di due milioni e seicentomilas euro per i reati commessi in relazione alle opere del Mose. (Ci si può chiedede come mai il presidente abbia mosso ricorso contro un patteggiamento

da lui stesso a suo tempo accettato: la risposta l’ha data Galan stesso ai giornalisti, dichiarando che si trattava di “un tecnicismo procedurale utilizzato per rinviare gli effetti della pena”, come riporta il Corriere del Veneto di oggi 4 luglio). La sentenza diviene così definitiva e passa in giudicato. Se si considera che, secondo la confessione del presidente del Consorzio Venezia Nuova Mazzacurati, a Galan veniva corrisposta una tangente di un milione l’anno per almeno cinque anni (2006-2011), e che il Consorzio avrebbe provveduto anche a pagare il conto dei restauri della sua villa sui Colli Euganei (1,1 milioni di euro), si avrebbe un totale emerso di versamenti per 6,1 milioni. Tolta la sanzione di 2,6, la cosa avrebbe comunque fruttato al presidente una bella somma, considerando che i due anni e dieci mesi di detenzione sono diventati soggiorno obbligato nella magnifica villa veneta. Neo frattempo Galan mantiene la sua condizione di parlamentare alla camera dei deputati e presidente della commissione cultura della camera. Con questo tipo di legislazione giudiziaria non c’è da stupirsi se i pubblici amministratori italiani sono spesso tentati dalla possibilità di approfittare delle loro cariche per veloci arricchimenti personali.

Leggi l’articolo in forma sintetica sul Corriere del Veneto.

Leggi l’articolo sulla Nuova Venezia.

Leggi nell’immagine qui sotto il commento del procuratore Nordio con Milva Andriolli del TG3.

Galan_sentenza_Nordio

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