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Nell’urgenza di dimostrare in qualche modo che ha provveduto a mettere in atto le misure richieste dall’Unesco a Istanbul (misure necessarie se si vuole evitare l’inclusione di Venezia e Laguna tra i siti a rischio), la giunta comunale di Venezia ha approvato un “atto d’indirizzo” (che non è assolutamente una delibera), con il quale la presidente della commissione Turismo Giorgia Pea dichiara che “siamo riusciti a individuare azioni per regolare i flussi turistici e renderli compatibili con la vita dei residenti” (parole riportate dal Corriere della Sera nell’articolo che inseriamo qui sotto). Difficilmente l’Unesco si lascerà convincere da quelle che sono semplici parole alle quali non corrisponde alcuna realtà. La giunta non ha approvato alcuna misura, e lo stesso “atto d’indirizzo” dovrà essere approvato dal consiglio comunale per diventare effettivo. Ma soprattutto, esso si esaurisce in un complicato sistema di conta dei turisti, fondato sulla presenza di cellulari (che richiede la collaborazione delle compagnie di telefono e dei turisti stessi). Come avevamo previsto, la giunta rimanda le azioni a un futuro che non verrà mai e nel frattempo spende quattrini reali (dieci milioni del “Patto per Venezia”) per contare i turisti, come se non bastassero le numerose e scientifiche stime già esistenti. Se si deciderà che vi sono dei turisti di troppo, “verrà sperimentato l’accesso, in determinate ore del giorno e in determinati periodi dell’anno, attraverso la prenotazione e il pagamento di un ticket di accesso” (citiamo ancora dal Corriere). Insomma, non si farà niente se non nei momenti che qualcuno deciderà essere di crisi peggiore. Quanto agli appartamenti in affitto per uso turistico, nulla neppure su quel fronte. Soltanto un’intenzione generica, che comunque riguarda altri enti: la giunta promette che “con Ministero e Regione sarà avviato il progetto pilota per la nuova disciplina delle locazioni turistiche nella città storica” (citiamo dalla Nuova Venezia). Non solo non c’è nulla di concreto e di già in atto, ma neppure si fornisce un’idea per quanto vaga di quali saranno le caratterisctiche della fantomatica “nuova disciplina”.
Con le parole vuote si riesce forse a convincere una parte di elettorato. Resta da vedere se si potranno in quel modo persuadere anche le commissioni dell’Unesco.

Cliccare qui per l’articolo sul Corriere del Veneto.

Ed ecco qui sotto l’articolo della Nuova Venezia.

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