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(Immagine da venessia.com). Manuela Pivato sulla Nuova Venezia online offre un primo bilancio (economico, non complessivo) del carnevale di quest’anno. Sembra che i maggiori incassi siano derivati dai “balli costosissimi” dal prezzo di “una settimana a New York, costume escluso”. In tutto la giornalista calcola circa 55 milioni di indotto per i 500.000 visitatori arrivati. Dunque una media di circa cento euro a persona (inclusi i costi dei pernottamenti). Se ne deduce che, come tutti già hanno constatato, le grandi folle dei fine settimana non contribuiscono molto al bilancio totale e giovano solamente a un gruppo ristretto di tipologie di esercenti. Intanto però Vela avrebbe speso circa un milione e mezzo per allestire e pubblicizzare l’evento, per la maggior parte soldi pubblici (coperti solo parzialmente da sponsorizzazioni), quindi soldi anche di quei cittadini che dal carnevale ricevono solo disturbi e fastidi (tra l’altro è emerso recentemente che alcuni appalti di Vela sono stati assegnati ad aziende riconducibili alla proprietà del sindaco Brugnaro). E naturalmente i calcoli non comprendono i danni provocati dal passaggio di persone e di mezzi acquei. Un’unica luce abbiamo visto nell’edizione di quest’anno: l’area dedicata in piazza San Marco ai veri artigiani veneziani (i pochi rimasti), che con dedizione ammirevole e pazienza infinita hanno mostrato a migliaia di visitatori spesso sorpresi e ammirati qualche aspetto delle difficili arti manuali che un tempo fiorivano nella nostra città.

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