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Come avevamo previsto, la visita-lampo del sindaco Brugnaro a Parigi è servita solo a guadagnare tempo. Il dossier che avrebbe presentato all’Unesco non contiene nessun fatto concreto, né riguardo alla Laguna (e alle navi da crociera) né riguardo ai flussi di turisti pendolari o alla proliferazione di alberghi e di appartamenti in affitto, tutte cose sulle quali l’Unesco aveva chiesto degl’impegni precisi. Il rappresentante del Centro per i siti patrimonio dell’Umanità (in questo caso il vicepresidente del Centro, il veneziano Francesco Bandarin) non poteva che essere diplomatico e far notare che “nel dossier ci sono indicazioni su linee d’intervento ma non c’è ancora una soluzione, né per le navi né per il turismo”. L’apposita commissione del World Heritage Centre sta ora preparando il documento che entro maggio dovrà presentare all’Assemblea del Centro, che si riunirà a Cracovia e dovrà decidere se mantenere o meno Venezia nella lista dei siti patrimonio dell’umanità. La città sarà esclusa dalla lista se la gestione proposta non sembrerà adeguata ossia se l’Italia non presenterà un piano credibile e certo per conservare nel modo migliore le caratteristiche naturali e culturali della città. Intanto l’assessora al Turismo Paola Mar e la presidente della commissione relativa Giorgia Pea continuano sulla cattiva strada: ogni misura che annunciano è volta NON a ridurre i flussi specialmente di pendolari ma a SPALMARE DAPPERTUTTO e SFRUTTARE MEGLIO i flussi presenti e futuri, come si farebbe in un parco giochi che deve far pagare quanti più biglietti possibile.

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