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(Immagine: il Forte Sant’Andrea sulla sfondo di alcune barche impegnate in una Vogalonga). La nostra sezione comunica di aver presentato un ricorso al TAR (Tribunale amministrativo regionale) contro la delibera del Comune che ratificava il passaggio della proprietà dell’isola e del forte di Sant’Andrea dal demanio marittimo al Comune di Venezia, giustificando tale passaggio con un “accordo di valorizzazione” che prevede una concessione pluriennale del complesso a privati. Secondo il ricorso, tale piano non è stato discusso, come prevede la legge, dalla Municipalità competente e inoltre prevede opere di “valorizzazione” la cui esecuzione viene definita come facoltativa da parte del contraente privato, e non obbligatoria come la legge richiederebbe.
Italia Nostra è fortemente preoccupata che la cessione costituisca un altro passo verso una sostanziale privatizzazione del bene e un suo sfruttamento a uso prevalentemente turistico, mentre si tratta di un complesso di vitale importanza nella storia di Venezia e della sua civiltà.
Ricordiamo che l’accordo detto “di valorizzazione” è condizione per la cessione del bene dal demanio al Comune stesso, secondo il dettato della legge (D.Lsg. n. 85/2010) che recita: “Nell’ambito di specifici accordi di valorizzazione e dei conseguenti programmi e piani strategici di sviluppo culturale … lo Stato provvede … al trasferimento alle Regioni e agli altri enti territoriali … dei beni e delle cose indicati nei suddetti accordi di valorizzazione”. Inoltre il ricorso mette in evidenza come l’accordo di valorizzazione, avendo già indicato una specifica parte attuatrice, non rispetta le norme che impongono “l’adozione di procedure concorrenziali per la selezione del contraente privato”.
Trovate qui sotto l’articolo della Nuova Venezia che riferisce sulla presentazione del ricorso.

Ricorso Sant'Andrea

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