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In un’intervista con Alessandra Longo sulla Repubblica del 26 agosto il sindaco Brugnaro conferma volutamente le proprie espressioni di spregio per “i soloni dal doppio cognome”, altrove definiti “intellettuali da strapazzo”. Brugnaro mira a costruirsi o confermarsi il consenso di persone piuttosto poco inclini a riflettere ma molto sensibili alle espressioni forti, a volte insultanti, decisamente avverse alle sfumature. Il suo accenno al Gay Pride, contenuto in questa intervista, ha fatto sollevare la sorpresa e l’indignazione di molti giornali di tutto il mondo (la Nuova Venezia del 28 agosto cita il Time e il Guardian) e ha sicuramente contribuito a deteriorare l’immagine di alta civiltà che si poteva avere di Venezia giudicando dai suoi monumenti. Se il Gay Pride è giudicato “kitch”, tale non sembra essere per Brugnaro il Carnevale, che definisce “sacro” per Venezia, a differenza di molti dei residenti che ne farebbero volentieri a meno. Ma il primo valore sembra restare per lui quello della resa economica immediata (sul lungo termine si potrebbe molto discutere) sia del Carnevale sia delle navi da crociera. E ora anche sul problema dei migranti si pone nelle posizioni di chi non vuol sapere delle tragiche condizioni che stanno dietro al fenomeno:  “troppi maschi nullafacenti in giro, troppe donne a rischio di essere violentate”. Sono parole che si stenta a credere siano state veramente pronunciate dal sindaco della nostra città.

Brugnaro intervista Repubblica

Questo articolo ha 2 commenti

  1. Da Veneziano doc sono totalmente in disaccordo con questo articolo: gli omosessuali vadano a festeggiare altrove, noi ci teniamo il Ponte delle tette!
    Ha ragione Brugnaro.

    1. L’intolleranza e il machismo sono solo sintomi di una colossale ignoranza… di questa venezianità doc facciamo volontieri a meno.

I commenti sono chiusi.

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