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Il Fatto Quotidiano rivela l’ultimo dettaglio nella penosa storia del Mose: il presidente del Consorzio Venezia Nuova, e instancabile distributore di tangenti a spese dello Stato, prima di andarsene in California dopo l’arresto e le conseguenti rivelazioni, si era auto-consegnato una tangente di sette milioni di euro come trattamento di fine rapporto con il Consorzio. La scoperta è avvenuta ad opera dei tre commissari governativi nominati dall’autorità anti-corruzione. Tutti i sette milioni erano già stati corrisposti eccetto un’ultima tranche di un milione, il cui trasferimento è stato bloccato. Nel corso dell’articolo, l’autore Davide Vecchi ricorda che, dalla sua carica di presidente del Consorzio Venezia Nuova, Giovanni Mazzacurati aveva, secondo la ricostruzione degli inquirenti, “corrotto tutti i corruttibili. Generali della Guardia di Finanza fino ai Magistrati delle Acque, passando per ministri, sottosegretari, presidenti di Regione, assessori, fondazioni politiche, sottosegretari, finanzieri. Chiunque potesse essere utile alla causa. Un gran lavoro: corruzione, concussione, riciclaggio, finanziamento illecito. Oltre a 25 milioni di sovrafatturazione e 40 milioni di euro sequestrati agli oltre cento indagati“.

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